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Sul blog dell’Avvocato il credito d’imposta con Bruno Mafrici

    Cos’è il credito d’imposta? Ce ne parla Bruno Mafrici insieme all’Avvocato curatore del blog “Crediti Today”!

    Essere a capo di un’impresa e vestire i panni di un imprenditore non sono compiti facili nel tempo storico che viviamo. Infatti, dove mandare avanti un’impresa vuol dire soprattutto doverne curare anche gli aspetti finanziari e contributivi. Tra le problematiche finanziarie più importanti da curare in un’impresa vi è il credito d’imposta. Esso si collega con le tasse e rappresenta uno strumento attraverso cui ottenere uno sconto sui tributi da versare alla fine dell’anno. Soprattutto negli ultimi tempi, ricorda Bruno Mafrici, il credito d’imposta ha acquisito un ruolo sempre più importante, come si evince dal piano “Transizione 4.0”, che contiene  tre misure fiscali, basate proprio sul credito d’imposta – se ricordate era stato proprio Bruno Mafrici a parlarcene.

    Dai macchinari 4.0 alla ricerca e sviluppo

    Esse si concentrano su spese in macchinari 4.0, formazione e ricerca e sviluppo. Il credito d’imposta è un credito che il contribuente o l’azienda ha nei confronti dello Stato. Esso, infatti, può essere usato per coprire i debiti che l’azienda potrebbe avere nei confronti dello Stato, per pagare le tasse e, qualora si realizzino le condizioni, si può ottenere il rimborso all’interno della dichiarazione dei redditi. Il credito d’imposta da parte di un’azienda nei confronti dello Stato si può realizzare se: esistono “dei versamenti o prelevamenti in eccesso rispetto al reale debito fiscale”; “sia presente in base all’operare di determinati meccanismi tributari indispensabili per la funzionalità di specifiche imposte”; ci sono particolari forme di aiuto che possono essere mutuate con la formula del credito d’imposta. Un credito d’imposta può essere usato in diversi modo: attraverso un rimborso o detraendo dal calcolo lo stesso dalla dichiarazione, effettuando una sottrazione del credito d’imposta nei confronti del debito annuale; attraverso una compensazione. Il credito d’imposta – continua Bruno Mafrici con l’Avvocato – si può avanzare anche nei confronti delle Regioni, del Comune, dell’Inail, dell’Inps ed altre istituzioni pubbliche. Il credito d’imposta, poi, assumerà un valore differente, in relazione alle disposizioni che ci sono nel bando. Più specificatamente, Ministero, Regioni, Comuni e tutti gli altri soggetti di diritto possono decidere quale debba essere la percentuale del credito d’imposta e il limite massimo delle spese su cui effettuarne il calcolo. Il calcolo del credito d’impresa rappresenta sicuramente la cosa più complessa e difficile da fare. I DL Cura Italia e DL Rilancio, emanati in seguito all’emergenza sanitaria da Covid-19, hanno introdotto, cambiato e ritoccato tanti nuovi tipi di credito d’imposta. I principali sono i seguenti: Credito d’imposta per le spese di sanificazione, riconosciuti al 60% per la disinfezione degli ambienti, per un un massimo di 60.000 euro; Credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro, anche in questo caso al 60%, da applicare sugli interventi utili per adeguare gli ambienti nel coros della fase 2 dell’emergenza; Credito d’imposta bonus vacanze per un massimo di 500 euro, messo a disposizione di famiglie che dispongono di un Isee non superiore ai 40.000 euro. Credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo nelle aree del Mezzogiorno, dedicato alle aziende ed imprese situate in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. In questo caso, il credito d’impresa ha subito un incremento dal 12 al 25% nel caso delle le grandi imprese, dal 12 al 35% nel caso delle medie imprese e dal 12 al 45% per le piccole imprese; Credito d’imposta per aumenti di capitale, che va a rinvigorire il patrimonio delle imprese, con un credito d’imposta del 20% per coloro che avallano aumenti del capitale sociale, causato dalle perdite subite durante la pandemia.

    Legge di Bilancio e conclusioni di Bruno Mafrici

    Infine, la Legge di Bilancio ha introdotto due crediti d’imposta: Credito d’imposta sugli investimenti, che ha riconosciuto  un credito d’imposta del 6% per l’acquisizione di nuovi strumenti, che diventa del 15 – 20 – 40% qualora si tratti di un’azienda che gode dello status di “impresa 4.0”; Credito d’imposta Ace:che possono usare in compensazione con l’Irap. Esso si può sfruttare solo ai fini perseguiti appunto dall’Irap, ma deve essere suddiviso in cinque quote per anno, il cui importo deve ammontare sempre ad una stessa cifra, fino all’eliminazione della quota Irap stessa.